Ieri notte, mentre dormivo comodamente sul mio letto, ho sognato.

Ero uno soltanto dei personaggi facenti parte del sogno stesso, e sembrava tutto così reale.

Mi chiamavo Mattia ed avevo un certo carattere. Mi trovavo all’interno di un bosco durante la stagione invernale: tutto era innevato - bellissimo. I pini, i cui rami erano colmi di neve, si ergevano a fianco ad una stradina sterrata che contornava il versante di una montagna. Io mi trovavo proprio qui, su questa stradina, con la neve che mi arrivava alle ginocchia: tanto alta da non riuscire a scorgere il suolo.

Non ero solo, c’erano degli amici, dei compagni di viaggio con me. Mi sembrava quasi di essere all’avventura; e forse lo eravamo davvero.

Ricordo che procedavamo in salita, lasciandoci alle spalle quella sembrava una grande e vecchia stazione radio che si ergeva su una delle pareti rocciose della montagna su cui ci trovavamo. Sul tornante poco sopra di noi, si trovava una casetta in legno che sembrava essere la centralina della stazione.

Nevicava, e provavo una serie di emozioni e pensieri. Io ero quelle emozioni, quei pensieri, quel corpo, quel carattere; io ero solo questo. “Io ero un io separato da tutto il resto”, penso sia il miglior modo con cui possa descrivere come mi sentivo.

Procedendo in salita arrivammo alla casetta in legno. Eravamo vestiti in maniera tecnica, in accordo con l’ambiente freddo nel quale ci trovavamo. Bussammo e ci aprì un tale.

Entrammo. Non ricordo la discussione che avemmo, ma ricordo invece le emozioni che provai e la frase che dissi poco dopo. Erano rabbia e sconforto. Ero infuriato contro quel tipo: alcuni dei suoi atteggiamenti proprio non li sopportavo. “Per fortuna che io non sono così, come lui!”, fu il primo pensiero che mi venne in mente, ribrezzato dal suo carattere.

Poco dopo, tornai a me, e pronunciai la fatidica frase:

    « Sono io che sto creando questa realtà. Questo signore, i suoi atteggiamenti, le parole che dice e il modo con cui si muove, è tutto creato da me. Lui è la proiezione di una parte di me: non esiste nessuno là fuori! »

Stavo sognando di star creando la realtà che mi circondava, all’interno del mio stesso sogno, dove ero davvero io a crearla.

Ciò che dissi era vero: non esisteva davvero nessuno là fuori, era un sogno, un’illusione, ma appariva tutto così fottutamente reale. Quel tale lo stavo davvero creando io ed il suo carattere rispecchiava davvero una parte di me: come posso sognare qualcosa che non mi appartiene?! Il problema è che, nel sogno, non sentivo questa cosa vera fin nella carne. Non era veramente radicata in me. Quell’uomo, nel sogno, nonostante tutto, lo sentivo completamente separato da me, come se non avesse nulla a che fare con me e con il mio carattere. Io ero io, e lui era lui, ed il suo carattere non rispecchiava affatto una parte di me… e per fortuna! Solo da sveglio, fermo sul mio letto con gli occhi aperti, potei realizzare la verità.

Il Mattia del sogno non aveva ancora realizzato nulla. Diceva di star creando la sua realtà, ma vedeva e sentiva ancora il mondo come un qualcosa di completamente separato da sé. Per lui ogni oggetto, ogni albero, ed ogni persona erano semplici entità esterne, esistenti di per sé, che sarebbero rimaste lì anche se lui fosse sparito. Non riusciva a sentire che la sostanza di cui erano fatte era la stessa di cui era fatto lui. Non riusciva a sentire che faceva tutto parte di un sogno. Non riusciva a sentire che quelle persone non esistevano davvero, ma erano semplici proiezioni di parti che lo abitavano ma di cui lui non ne era ancora a conoscenza. Non riusciva a vedere che gli eventi che gli si mostravano dinanzi, erano soltanto il frutto della psicologia del sognatore: erano le mie emozioni a creare gli eventi, non il contrario!

L’unico ad esistere, l’unico che poteva sentirsi esistere era Mattia! Lui era me, era fatto di me, in ogni sua singola cellula e modo di fare; come lo era anche tutto il resto.

A questo punto, una domanda mi sorge spontanea: e se il Mattia che in questo momento si trova qui, seduto su una sedia, a scrivere questo articolo, fosse nella stessa situazione nella quale si trovava il Mattia del sogno? Chi potrebbe negare lui il contrario?

Mattia Pagotto


Vi invito, infine, ad andare a guardare una parte di una conferenza che tenne Salvatore Brizzi qualche anno fa, dove parlò proprio di questo tema tramite una storia che ritengo favolosa: non penso che la dimenticherete facilmente. Il link è il seguente, ed il racconto della storia inizia al minutaggio 18:15, guardatelo: https://youtu.be/5CC50fvV0D0.

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